Editoriali-2017


Editoriale di Febbraio 2017

L’ultimo biennio, che ha visto l’approvazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha rafforzato ulteriormente il concetto di benessere sostenibile. Dal non molto lontano settembre 2015 infatti, ogni Stato Membro ha ufficializzato la propria adesione ad Agenda ed i suoi diciassette obiettivi, impegnandosi nell’attuazione di una relativa strategia di sviluppo sostenibile. Si è trattato di un vero e proprio “evento storico” che ha coinvolto gran parte dei sistemi territoriali ed i relativi stakeholder.

Oggi, a distanza di due anni, vogliamo ripartire da qui. Esattamente dal settembre 2015, data che ha sancito l’approvazione della nuova Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile. In realtà tale documento è di fatto il risultato di un lungo processo negoziale svoltosi tra il 2012 ed il 2015, ad opera di 193 Stati Membri dell’ONU.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile si fonda su 17 obiettivi (SDGs) articolati a loro volta in 169 target, ovvero dei sotto-obiettivi, che rappresentano le diverse specificità di ogni singolo Goals. Il documento, oltre a riconoscere una crescita economica verde basata su modelli di produzione e consumo sostenibili (green economy) nella lotta contro la povertà, rappresenta uno strumento fondamentale per conseguire uno sviluppo sostenibile su scala globale. Da qui, la necessità di costruire ed attuare strategie nazionali improntate allo sviluppo sostenibile rappresentava allora, quanto adesso, un processo a dir poco cruciale. In tal senso, l’Italia, per certi versi ancora lontana dagli standard di sostenibilità richiesti dall’Agenda, è sinceramente orientata al cambiamento. Nel febbraio del 2016 infatti, nasceva l’ASVIS-Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, con l’intento di alimentare nella società, nelle istituzioni e nei soggetti economici la consapevolezza che gli obiettivi dell’Agenda costituiscono il futuro del Paese. La Fondazione Simone Cesaretti, in quanto membro dell’ASVIS, nonché Coordinatore del Goal due ed istituzione che lavora da sempre sul concetto di Sostenibilità del Benessere, deve raccontare questa storia. Oggi, attraverso il nostro Portale della Sostenibilità, vogliamo focalizzarci sull’analisi dell’Agenda e sul ruolo che la Fondazione Simone Cesaretti può rivestire rispetto ai parametri dettati dalla stessa, sulla base del nostro lavoro da sempre legato alla ricerca ed alla promozione della Cultura della Sostenibilità del Benessere. Ciò, per il Portale della Sostenibilità significa proporvi dei numeri altamente attinenti agli obiettivi trattati dall’Agenda, che peraltro si identificano con la gran parte della nostre tematiche. Come vedrete, in linea con quanto affermato vi presenteremo, di qui a venire, un magazine proiettato verso l’adozione dell’Agenda Globale 2030. Partendo da qui, dalla considerazione che argomenti di tale e vitale importanza debbano essere prima di tutto diffusi, abbiamo deciso di favorire questo flusso informativo. Diffondere l’Agenda 2030 rappresenta il nostro primo contributo alla stessa. La nostra proposta editoriale si apre quindi agli SDGs ed ai loro target. Ci stiamo preparando ad affrontare i diciassette obiettivi tanto in forma descrittivo-divulgativa, quanto in misura analitica. In tal senso stiamo costruendo una campagna di sensibilizzazione forte, mirata alla necessità di portare all’ordine del giorno tematiche cruciali per l’intero Pianeta.

Editoriale di Gennaio 2017

Con l’avvento del 2017, ognuno di noi è in vena di progetti. Dopo essersi lasciati alle spalle un anno complessivamente difficile, ci si augura che i prossimi dodici mesi possano concedere maggiori occasioni. Scambiarsi gli auguri, ponendo aprioristicamente fiducia nel futuro è senz’altro incoraggiante. Da qui, sarebbe interessante domandarsi quanti di noi hanno realmente un progetto. E quanti sanno realmente dove vogliono andare. Molto spesso la mancanza di orizzonti si traduce nell’assenza di una meta precisa. In questi casi ci si trova a viaggiare senza uno scopo perseguendo obiettivi inconsistenti, incapaci di soddisfare le aspettative che ognuno di noi ripone nel proprio futuro. Pensiamo ai nostri giovani, ai nostri figli… Ma quanti di loro stanno realmente “costruendo”? Sempre più spesso li vediamo sprecare contestualmente il proprio tempo ed il proprio talento, nella ricerca di un benessere immediato, illusorio, passeggero. I nostri ragazzi vivono il giorno per giorno senza immaginarsi una prospettiva di medio e lungo termine. Tuttavia non possiamo assolutamente tacciarli di poca lungimiranza o fantasia. Il punto è che questi ragazzi non ci credono più. Sono perfettamente consapevoli che questa Società non concede molte opportunità ed in qualche modo sentono di non avere chances. Ebbene, anche in questo contesto difficile dobbiamo, anzi abbiamo il dovere di riappropriarci del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Ma come? In prima istanza occorre che i giovani si sentano nuovamente coinvolti in un Sistema, identificandosi in un Società che crede in loro riconoscendone il valore. Oggi tutto questo non accade. I nostri ragazzi si sentono tagliati fuori, quasi marginalizzati, apparendo sempre più lontani dalla partecipazione e dall’aggregazione costruttiva.

Noi in quanto Fondazione che parla soprattutto ai giovani vorremmo contribuire ad edificare un pensiero diverso che sappia coinvolgerli a pieno. Tale pensiero si fonda sulla necessità di porre il diritto alla sostenibilità al centro di un nuovo progetto di Società, la cui architrave sono i giovani. Questi ultimi però devono cogliere in primis la complessità propria al concetto di Benessere che va interpretato in una logica di lungo periodo, ovvero di sostenibilità. In altri termini stiamo affermando che avere un progetto di vita significa perseguire il benessere sostenibile lungo tutto l’arco della propria esistenza. Noi tutti dobbiamo comprendere che molto di ciò che oggi ci sembra vicino, appetibile, spesso si fonda sul niente o sul poco. Questo comporta che aspetti identitari collegati alle persone come pure ai territori si smarriscano strada facendo. Da qui il senso del nostro giornale risiede anche nel recupero e successiva valorizzazione di tali aspetti, dove la sostenibilità diviene strumentale alla capacità di non “perdersi” in un contesto globale fortemente fuorviante. In questo numero, il primo del 2017 abbiamo volutamente introdotto il tema della sostenibilità del benessere collegandolo ai giovani, che essendo i protagonisti della Società di domani, hanno la possibilità di intervenire sul presente per cambiare sostanzialmente il futuro. Occorre perciò plasmarli e motivarli verso l’adozione di stili di vita compatibili con scenari di futuro sostenibili. In tal senso il Portale della Sostenibilità intende farsi portavoce di un nuovo impianto valoriale volto al cambiamento. Nei prossimi numeri ci apriremo a considerazioni che approfondiscono ulteriormente i numerosi volti della Sostenibilità, con lo sguardo perennemente rivolto a cosa oggi la impedisce. “Si può parlare di un vino, ma lo devi assaggiare. Si può parlare della Toscana ma la devi respirare”