Michele Ferrero: la storia di un successo


Lavoro ed eccellenze

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Parlare di Eccellenze nel mondo del lavoro significa in ogni caso raccontare storie di successi. Le Eccellenze per noi Fondazione Simone Cesaretti sono una sorta di fari nel buio, delle stelle polari da inseguire, emulare. Di fatto le Eccellenze sono sempre persone o gruppi di persone che, attraverso il proprio lavoro o per altri meriti legati ad una certa levatura personale, emergono. Quando diciamo Eccellenza nel mondo del lavoro di solito la interpretiamo come esempio positivo in termini gestionali, organizzativi e d’impresa, oppure facciamo riferimento ad una competenza professionale straordinaria. In ogni caso che siano imprenditori, commercianti, professionisti non conta, quel che conta è che un giorno verrà ricordato il loro valore.

Immagine michele ferreroLui, il personaggio a cui in qualche modo è dedicata oggi la nostra sezione, si chiamava Michele Ferrero. Il patron della Nutella non era un genio, non era straordinario, non era speciale e non sarebbe giusto nei confronti del “puro concetto di genio” ricordarlo come tale. Era un imprenditore dei Langhi che ha avuto il merito di lavorare sodo e bene, capace di inventare un prodotto di straordinario successo. Un uomo non particolarmente colto, che comunque ha avuto l’intuizione di puntare su un prodotto locale, il gianduia, e lavorarci, cominciare in un certo territorio, Alba, e rimanerci. Un uomo che ha creato un’ idea tipo di azienda italiana, perché questo rappresenta la Ferrero in Italia: l’azienda ideale. Molto di tanto successo a nostro avviso è da imputare all’attenzione che Ferrero mostrava per il proprio contesto lavorativo in termini di benessere generale. Uno degli articoli sull’inventore della Nutella, che ci ha particolarmente colpito, raccontava in buona sostanza quanta attenzione Ferrero dedicasse alle condizioni dei suoi dipendenti. Pare che nella sua azienda non si ammalasse mai nessuno e che nessuno volesse andare in pensione. Ora certamente qualcuno avrà di che dire, eppure ci sembra che tutto sommato l’opinione che i dipendenti avessero della qualità del proprio lavoro fosse alta. Questa è certamente la storia di un successo. E per noi che tentiamo di guardare al mondo in una logica improntata al benessere ed alla sua sostenibilità lo è ancora di più, perché molto del successo di questo marchio deriva dalla capacità di aver saputo trovare negli aspetti qualitativi del lavoro, la chiave per raggiungere certi risultati.

Quello che emerge nella visione del lavoro di quest’uomo e della sua famiglia è la capacità di partire dal piccolo: da un territorio, da un prodotto tipico, per farne qualcosa di infinitamente più grande. E non attraverso acquisizioni, quotazioni in borsa, ma mediante un processo aziendale interno. La capacità di inventare nuovi prodotti e l’aprirsi a nuovi mercati è stata la ricetta del successo di Michele Ferrero, che ha trovato dall’interno, dal profondo della sua azienda quello slancio qualitativo per emergere in tutti i mercati nel mondo. Ferrero – con i suoi 22mila dipendenti soddisfatti, con i suoi incassi record – rappresenta la tradizione dell’imprenditoria italiana reinterpretata, completamente innovata e perfettamente in grado di competere su questi mercati globali difficili. Il lascito di Ferrero si traduce nel suo prezioso bagaglio di esperienza, che a nostro avviso dovrebbe servire alla governance per individuare strategie d’impresa competitive e sostenibili, che possano – alla stregua della Ferrero – competere e vincere sui mercati globali
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