Verso una mobilità sostenibile


Visione integrata della mobilità
#mobilitàebenessere

Parlare oggi di mobilità sostenibile significa argomentare su un tema di grande attualità, nonché rilevanza, nell’intero scenario globale. Questo perché  le modalità di spostamento – entrando a pieno titolo nella dinamica delle società moderne – vanno ad impattare su più dimensioni delle stesse. In tal senso i contributi che il portale intende raccogliere per quest’ambito di competenza, ovvero quello della mobilità sostenibile, saranno eterogenei, propri alla multidimensionalità del tema.  Per entrare nel vivo della questione cominceremo col dare una definizione di ciò che oggi s’intende per mobilità sostenibile, partendo dall’assunto che il concetto va letto tenendo presente i contesti ambientali nei quali s’intende calarlo. In generale per mobilità sostenibile ci riferiamo ad una capacità di spostamento in grado di diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici generati dai veicoli privati. Questa è senz’altro la definizione che notoriamente viene associata al concetto,  ovvero quello che normalmente la gente intende per mobilità sostenibile. Ma basterà da sola ad esprimere il significato profondo, come dire, subliminale di tale concetto? A nostro avviso questa definizione è insufficiente o meglio parzialmente valida, poiché coglie unicamente l’aspetto della mobilità legato al mezzo col quale si attua lo spostamento. La considerazione da cui ci piacerebbe partire è che a spostarsi  in fondo sono le persone, certamente con determinati mezzi di trasporto, incluse le proprie gambe, ma pur sempre persone.  Quindi a nostro avviso non c’è solo il “mezzo” al centro del dibattito su cosa s’intende per mobilità sostenibile, quanto l’atto in sè dello spostarsi, a cominciare dal perché ci spostiamo.  Normalmente ci si sposta per lavoro piuttosto che per accompagnare i propri figli a scuola, per far shopping. Insomma ci spostiamo per vivere per molteplici ragioni che incidono sulle necessità legate ai nostri impegni. Perché un conto è andare al lavoro, mentre è tutt’altra cosa andare a fare shopping.  Quindi la domanda è: mobilità per fare che cosa?  E ancora, implementare una mobilità sostenibile non significa forse far incontrare l’esigenza alla base dei nostri spostamenti potendoli attuare in una logica di benessere, ovvero spostandosi nei modi più consoni alle nostre esigenze? Per noi la risposta è sì.  Questo aspetto relativo ad un senso non immediato e poco leggibile di mobilità rappresenta un tassello fondante di quello che per noi significa mobilità sostenibile.

 mobilitaebenessereDove per “sostenibile” facciamo certamente riferimento ad una dimensione ambientale, sociale ed economica del termine sostenibilità, ma non solo. Dentro questa parola, che rimanda alla capacità di conservare il benessere nello spazio e nel tempo, c’è anche una mobilità come dire “concettuale”, intellettuale, individuale, che si manifesta nelle necessità che l’individuo ha di compiere i suoi spostamenti più agevolmente. Mobilità sostenibile significa di fatto mobilità intelligente. Significa responsabilizzare le governance ad offrire servizi più adeguati ed efficienti e responsabilizzare i soggetti sulle conseguenze e gli impatti ambientali, ma anche psicofisici, di una mobilità che non incontra i criteri della sostenibilità. Di fatto è sostenibile uno spostamento che ci consente di andare a prendere i nostri figli all’asilo con dei mezzi pubblici, senza doverci sorbire gli sguardi al vetriolo di maestre infastidite dal nostro ennesimo ritardo. Ed è altrettanto sostenibile implementare modalità di spostamento diverse da quelle a cui almeno noi Italiani siamo abituati.  Questo significa certamente pensare alla mobilità, immaginando il caro prezzo che l’incidenza di un così elevato numero di automobili in circolazione ha generato sull’ambiente o, per meglio dire, sulla qualità della vita stessa, ma non solo. Significa pensare ad una mobilità cucita un po’ sulle nostre esigenze, che ci consenta di non inquinare, di non snervarci nel traffico, di essere puntuali al lavoro. Questo aspetto della questione, questo risvolto come dire personale si poggia su più piani. Prendiamo il lavoro e gli spostamenti necessari a raggiungere il luogo dove si lavora: nell’ ottica delle sostenibilità avrebbe senso avvicinare il lavoro o avvicinarsi al lavoro? Certamente entrambe, pensiamo per esempio al telelavoro, o all’abitudine dei nostri concittadini europei di cambiare casa in concomitanza di un trasferimento, se non addirittura di un “cambio” del lavoro. Quello che stiamo tentando di dire è che ridurre il concetto di mobilità sostenibile alla precedente, nonché accettata, definizione è un qualcosa di incompleto. L’approccio alla questione va contestualizzato all’interno di un benessere a tutto tondo che incontra in ogni spostamento quelle caratteristiche proprie ad una pratica sostenibile.

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